05 Settembre 2019
FESTICKET
Una storia tra due città: le radici detroitiane di Movement Torino
Anche se separate da quasi 7000 km, la maggior parte dei quali costituita dall’oceano Atlantico, le città di Torino e Detroit (MI) hanno un forte legame culturale.
Innanzitutto vale la pena notare che le due città sono accomunate da un passato molto simile, infatti sono state entrambe due importanti centri per l’industria automobilistica. Detroit è la dimora della catena di montaggio di Henry Ford, che ha poi aperto la strada alla produzione di massa delle automobili attribuendo alla città l’appellativo di “Motor City”. Analogamente, negli anni ’50-’60, l’industria automobilistica in forte crescita di Torino (in particolare grazie alla Fiat) ha giocato un ruolo cruciale per lo sviluppo italiano del dopoguerra e la città ha preso il soprannome di “Detroit d’Italia”. Nel 1998 viene approvato il gemellaggio ufficiale tra Detroit e Torino, due città già unite per le loro prodezze industriali in comune.
Forse è stata proprio la sua affinità diplomatica e industriale con Torino a spingere Detroit a importare un altro dei suoi più grandi prodotti culturali: la musica techno. Ripercorrere tutta la storia di questo genere musicale richiederebbe un articolo a parte, ma questo cortometraggio realizzato da RA come parte della sua serie Real Scenes è un filmato appassionante e istruttivo che spiega come la città ha dato vita a quella che è in seguito diventata una delle più popolari forme di musica elettronica degli ultimi trent’anni.
In sintesi la techno, sviluppatasi a metà degli anni ‘80, è una sorta di evoluzione post-industriale della house di Chicago (a sua volta nata dalla disco music) con un’inclinazione marcatamente futuristica. I pionieri come Derrick May, Kevin Sanderson, Juan Atkins (che insieme formano i “Belleville Three”) e Jeff Mills si sono ispirati ai rivoluzionari sound un po’ fantascientifici di artisti come Kraftwerk. La techno è il prodotto di una città che ha assistito a un improvviso tramonto dell’industria e si crea così di nuovo un collegamento tra Detroit e la gemella italiana.
Mentre la techno comincia a diffondersi in tutto il pianeta, soprattutto in Germania e nel Regno Unito, e a perdere le sonorità synth-pop e le influenze espressive per passare a un sound più marcatamente industriale, il genere inizia a deformarsi, espandersi e crescere a dismisura fino a diventare complesso e multiforme. A prescindere, Detroit viene approvata all’unanimità come il luogo di nascita di questo fenomeno underground e arriva il momento di celebrare l’evento.
Nel 2000, Pop Culture Media (un collettivo di promotori e imprenditori) comincia a lavorare insieme al DJ Carl Craig per lanciare il Detroit Electronic Music Festival (DEMF) che viene organizzato durante il Memorial Day nell’Hart Plaza, una piazza situata sul lungofiume della città. L’evento è gratuito e include set di alcune delle più incredibili leggende tra cui i Belleville Three, Richie Hawtin, J Dilla, DJ Rolando e lo stesso Craig. Nonostante un inizio lento e un po’ piovoso, il festival riesce ad attirare un grande e variato pubblico e, anche se il numero esatto di persone presenti è ancora oggetto di discussioni, è un fatto generalmente accettato che per la primissima edizione di DEMF all’Hart Plaza arrivarono circa 1 milione di persone.
Negli anni a seguire DEMF continua a crescere cavalcando l’onda del successo del suo debutto e attirando facilmente su di sé sponsor e riflettori. Durante tutto quel periodo numerose dispute burocratiche e riassetti di potere fanno passare il festival nelle mani di molte persone cambiando spesso nome: Derrick May crea Movement nel 2003 e due anni dopo arriva Kevin Saunderson con Fuse-In. Quello che conta è che Movement ritorna sul serio nel 2006 con il sostegno della casa di produzione eventi Paxahau.
Da quel momento in poi Movement Festival continua ad occupare l’Hart Plaza rimanendo fedele alle sue radici techno ma includendo anche artisti all’avanguardia provenienti dal mondo dell’hip-hop, del jazz e della musica elettronica.
Ma la rinascita di Movement nel 2006 non è stata importante soltanto per la Motor City ma anche per l’Europa. È arrivato il momento per Movement di dimostrare di essere all’altezza del suo nome e di spingere il “movement” di Detroit fino in Italia. Due anni fa, dopo la 10ª edizione dell’evento, abbiamo parlato con Maurizio Vitale, fondatore di Movement Torino: “A darci l’ispirazione per dare vita a Movement a Torino è stato il leggendario evento di Detroit e credo che adesso Torino abbia tutte le carte in regola per realizzarsi davvero nell’industria dell’intrattenimento: le location sono straordinarie sia dal punto di vista storico che architettonico e la passione e il supporto dei fan della techno italiani è innegabile.”
Non è quindi una sorpresa che Movement abbia trovato la propria strada anche a Torino. Come mostra questa raccolta di aftermovie, l’evento è cresciuto con costanza fino a diventare una vera e propria istituzione culturale dalla produzione ipnotizzante che rispecchia il rapido sviluppo tecnologico, un elemento cardine della techno. Nel 2016 l’evento è stato riconosciuto dalla Commissione Europea ricevendo il patrocinio ufficiale.
Il 31 ottobre Movement Torino farà ritorno a Lingotto Fiere, ex-stabilimento della Fiat, un importante retaggio del passato industriale della città. Il posto perfetto per rendere omaggio alla techno e consolidare il legame con la città che lo ha concepito.
By John Bell
Articolo originale qui.
