24 Settembre 2016
Torino: la guida underground
VanityFair | Di Luca Iaccarino
Che il 2016 sia il magic year di Torino? Sono passati dieci anni esatti dalle olimpiadi del 2006 che ne rivelarono la nuova indole – cultura, turismo, piaceri – e il New York Times l’ha messa tra le 52 città da non perdere quest’anno, unica in Italia. Il centro storico è una meraviglia d’eleganza, i grandi musei vanno sold out, ha aperto un ristorante su un grattacielo e aprirà quello nuovo di Ferran Adrià, la vita notturna non manca. Tutte cose note, però. Noi invece siamo usciti dalle traiettorie usuali della Torino mainstream per proporvi cose, luoghi e persone da tener d’occhio: è una città più underground e meno nota. Quella da scoprire per dire di conoscere, davvero, Torino.
Libri. L’ultimo dei poeti
Sul web è un fenomeno: decine di migliaia di “amici” che quotidianamente si innamorano e si lasciano leggendo le sue poesie. Guido Catalano, 45 anni, poeta d’amor comico, ha pubblicato il romanzo, “D’amore si muore ma io no”. Se volete vederlo, è sempre in scena. Se volete berci un bicchiere, facile sia in una taverna di San Salvario.
Cinema. I gemelli delle periferie
Gianluca De Serio è nato il 15 dicembre 1978. Massimiliano De Serio è nato il 15 dicembre 1978. Sì, infatti: sono gemelli. E sono due dei più interessanti cineasti contemporanei. Parlano di margini e periferie, di solito con i doc, talvolta con la fiction (loro “Sette opere di misericordia”). Se li cercate, li trovate al Piccolo Cinema – Società di mutuo soccorso cinematografico, ovviamente in periferia.
Movida. This must be the place
Cioè: il quartiere della movida. Dopo il Quadrilatero Romano, i Murazzi, Piazza Vittorio (tutti ancora comunque in auge) e in attesa che esploda Vanchiglia, il posto per far serata è San Salvario, a un passo dalla stazione di Porta Nuova. Quartiere incasinato, promiscuo, un po’ sgarrupato, la sera diventa il cuore della festa, con decine e decine di locali e gente a frotte. Un cocktail? Da Affini. Una cena? Dal grande Scannabue, dalla minuscola Sartoria, dal verace Felice.
Memoria. Sotto il cielo di Fred
Magari non lo ricordate, ma lo cantate sicuro: Fred Buscaglione è stato il più cool dei torinesi negli anni Cinquanta, quando cool voleva dire mettersi lo smoking bianco, saperci fare con le pupe, tenere la sigaretta a mezz’asta e correre su macchine veloci (che lo uccideranno). All’autore di “Guarda che luna” e del “Duro di Chicago” è dedicata un delizioso, piccolo festival tra palchi e osterie.
Electrodance. La musica del futuro
La miglior descrizione del Kappa Futurfestival? Figata totale. Una sorta di rave elettronico in un posto pazzesco, che pare Berlino: quel che resta di un antico impianto industriale tra pilastri arancioni, vasche, ciminiere. L’edizione 2016 è stata il 9 e 10 luglio congente come Chris Liebing, David Squillace, Kings of House, Nina Kravitz, Kerri Chandler, Sven Vath.
Cultura. Un salotto tra libri e caffè
Splendido Magazzini Oz, splendido e giusto, visto che è l’attività di autofinanziamento dell’associazione Casa Oz, che sostiene i bimbi malati e le loro famiglie. Un delizioso spazio in pieno centro con negozio, caffè, ristorante, libri, oggetti, incontri. Posh ma alla torinese, la sosta giusta per leggere il giornale e il te con le amiche.
Arte. Castelli d’aria
Giovani artisti a Torino? Infiniti: la città ama, ricambiata, il contemporaneo. Ma Guglielmo Castelli, ventott’anni, ha il quid se per Forbes è tra i dieci artisti under 30 più influenti. Ha fatto l’Accademia Albertina, poi l’illustratore di moda per Vogue, vinto premi. Visitate il sito, vi farete un’idea.
Libri. Una libreria nuova di pacca
Chi ha detto che non si aprono più librerie? Per dire: la libreria Bodoni – nella centralissima e pedonale via Carlo Alberto – è nuova e bella, con i titoli mainstream ma pure quelli curiosi, quelli stranieri e quelli locali (come il successo “Un’ora al giorno almeno bisogna essere felici” che raccoglie la creatività del laboratorio sociale Zanzara, ADD).
Danza. La città è una ballroom
Chi l’avrebbe detto: i torinesi ballano, ballano di brutto. Tango. Lindy Hop. Folk. Ballano ovunque, alle ore più improbabili: può capitare di passare all’una di notte in Galleria San Federico e trovare gente che saltella al suono d’una ghironda. D’inverno. A Torino. Ma dài.
Musica. Oltre la vita di me**a
È brava, è giovane, sa stare sul palco, ha talento: Levante – di Caltagirone, ma cresciuta a Torino – ha spaccato nel 2013 con il singolo “Alfonso” (ricorderete il catartico ritornello da cantare a squarciagola: “che vita di me*****a”) e non s’è fermata: nel 2015 è uscito l’album “Abbi cura di te” con il singolo “Ciao per sempre”. Invece noi speriamo di vederla sempre di più.
Magia. The prestige
Dicono che sia l’erede di Arturo Brachetti – che è il suo mentore –, di certo Luca Bono è un buon mago e giovanissimo (è del ’92). Membro del circolo della magia (fate di tutto per andare a visitarlo, è uno dei posti più “magici” di Torino), ha vinto premi e gira il mondo. Abracadabra.
Paura. La collezione di criminali
Ora: a Torino certo i musei non mancano, tanti quelli big, dall’Egizio al Cinema. Ma weird come ilLombroso non ce n’è: il Museo di antropologia criminale dedicato al fondatore della disciplina, Cesare Lombroso, è una wurderkammer che appaga il gusto più eccentrico. E per sovrappiù, accanto i deliziosi musei di anatomia e della frutta.
Moda. Lo stile torinese
Difficile dire come sia lo stile torinese, ma c’è: guardi le city girl e ti accorgi che qualcosa le accomuna, i colori, i tagli, gli accostamenti. I nomi famosi nella città in cui la moda è nata ci sono – Kristina Ti, Walter Dang – ma anche negozi cool che vestono alla grande le giovani donne torinesi: Born in Berlin), Giunone Couture per dire. E per gli accessori da Creativity che riunisce alcuni degli artigiani più interessanti della scena.
Start-up. La cena gourmet a casa
Una start -up torinese che mette assieme le cose buone della città: la passione per le tecnologie (a Torino sono nati l’MP3 e Arduino, per dire) e la buona tavola. Così Fanceat ti manda a casa un box con tutti gli ingredienti e la ricetta per farti da solo, velocemente, i piatti di un ristorante di fama (come lo stellato Magorabin). Prezzi perlopiù pop, figurone con gli ospiti (cui direte di aver fatto tutto voi) assicurato.
